Friday 26 September 2014

Le mie prime dieci cose belle - Trying to make the best


Per la maggior parte degli expat, quelli che lo fanno per lavoro, il luogo in cui andrai a vivere non è proprio una scelta. Molto spesso non si hanno alternative, oppure, come nel nostro caso, le alternative non valgono la pena.
Il posto in cui sei diretto lo prendi come un assioma, e non pensi nemmeno se ti piacerà o meno. Quella sarà “casa” per X anni, dove i tuoi figli cresceranno parte della loro infanzia e dove tu avrai un pescivendolo di fiducia (se là esistono i pescivendoli). Perché è così. Tutte quelle che fanno gli expat sono scelte di vita.
Prima di partire non abbiamo preso il mappamondo e puntato il dito in una di quelle città tanto acclamate da mille sondaggi e studi sociali sui posti migliori in cui vivere al mondo. Prima di partire ci siamo guardati negli occhi, e abbiamo detto “Ok, ce la facciamo.” perché, come dice la frase da cui è nato questo blog: "... nella vita non importa dove sei ma con chi sei."

Ormai la mia vita qui è diventata normalità, è passato il primo periodo di assestamento, con le sue euforie e le sue difficoltà. Ora ho trovato pace in nuovi spazi e nuovi tempi (o almeno ci provo). Tutto è molto diverso da quello che ero e che eravamo nella nostra vita precedente.

Darwin è una città particolare, estrema per molti aspetti, sia climatici sia geografici, e conosco molta gente che l’ha scelta come città in cui vivere, che adora il suo essere piccola e tranquilla.
Darwin o si ama o si odia.

Friday 19 September 2014

Come sabbia tra le dita


Ci scappa quando vorremmo assaporarlo lentamente, ed è inesorabilmente lento quando vorremmo ci portasse subito a destinazione.
Il tempo non è mai lo stesso. Il mio non è il tuo, e il mio di oggi non è lo stesso di ieri né sarà uguale a quello di domani. Un rapporto controverso, di odio e amore, che in genere cambia in occasione di eventi importanti della vita, come la nascita di un figlio, il lavoro, problemi di salute, un trasferimento. E non puoi farci niente, puoi solo imparare a gestirlo.

Un espatrio ti porta a confrontarti, tra le altre cose, anche con il tempo, e a trovare con esso un nuovo inedito rapporto. Prima l’ansiosa attesa del fatidico giorno. E poi nuovi ritmi, nuove albe e nuovi tramonti.
Le giornate hanno una durata diversa da questa parte del mondo.
Dodici ore scarse di luce al giorno praticamente per 365 giorni l’anno non sono così tante, soprattutto se calcoli che uffici, esercizi e attività pubblici chiudono tra le 4 e le 5 del pomeriggio.
Anche questo è stato il mio shock culturale. Mettere a letto i bambini alle 7 di sera, farli cenare spesso da soli, e considerare chiusa la giornata alle 10. Faccio fatica a condividere certe abitudini, anche se so che per integrarsi conviene sforzarsi, prima o poi.

Wednesday 17 September 2014

Una fattoria didattica alternativa


Se vivi a Darwin capita che tuo figlio venga invitato ad una festina di compleanno di un compagno di classe. E capita che la festina sia di domenica mattina. Che qua, come per il pranzo e la cena, non esistono orari per le festine, si fanno quando si vuole. La prossima sarà di sabato tra le 12 e le 14. Sì, perché oltre a farle ad orari (per noi) strampalati, qua durano due ore, e sull’invito c’è tassativamente scritto l’orario di fine.
Ma tornando a noi… la festina in questione è in una calda (ma và???!) domenica mattina, a 30 minuti dalla città, che per trovare la casa se non mi avesse avvisata il navigatore che eravamo arrivati non l’avrei mai vista. Ben nascosta in mezzo al bush, nel bel mezzo del niente australiano.

Tuesday 2 September 2014

Una terra bruciata dal sole (cit.)


Katherine è una piccola cittadina del Northern Territory con una popolazione di poco più di 6000 anime, sorge su un fiume, il Katherine River, dal quale prende il nome. Dista 320 Km da Darwin, circa 3h30’.
Ma noi tra una sosta e l’altra c’abbiamo messo anche di più.

La strada, in questa stagione, sembra un quadro monotono e monocromatico. A destra e a sinistra il bush (boscaglia, termine prettamente australiano), erba giallognola quando non addirittura nera carbonizzata e alberi rinsecchiti, su una distesa di terra rossa come il sangue. Ogni tanto qualche animale stramazzato al suolo a bordo carreggiata, molto probabilmente investito da qualche automezzo durante la notte. Principalmente canguri, ma anche mucche e cavalli. Mai avuta una visione così macabra prima.
In poco più di 300 Km si incontrano un paio di centri abitati, che forse il termine “centro abitato” non rende molto l’idea dato che a me sono parsi più: un distributore di benzina, un piccolo alimentari, un bagno pubblico e qualche casa in cui abitano i proprietari dei suddetti esercizi. Delle piccole zone di sosta insomma.