Wednesday, 16 September 2015

Piccoli bilingui crescono



Ve ne avevo parlato un bel po' di tempo fa (nel post "E con la lingua come va") e da allora la padronanza della lingua inglese da parte del piccolo ... ops... "medio" di casa è decisamente migliorata.
Dopo esattamente 23 mesi che viviamo in Australia possiamo tranquillamente parlare di bilinguismo.
Non ci facevo caso ma è da qualche mese che io gli parlo in italiano e lui mi risponde in inglese, o comunque mixa molto le due lingue.
Si sveglia la mattina e le prime parole sono spesso e volentieri nella seconda lingua, se deve raccontarmi qualcosa successo durante il giorno lo fa ovviamente in inglese, e la sera dovendo leggere il libro per scuola finisce che anche la lettura serale viene spesso fatta in inglese.

Se penso al tempo che trascorre ad esclusivo contatto con la seconda lingua non é difficile capire come possa essere successo. A scuola fino alle 2.30pm e poi tra le attività pomeridiane o anche solo un playdate con un amico, la giornata è trascorsa parlando sempre inglese!


Monday, 24 August 2015

Ultime dal fronte


La maglietta è sempre stropicciata e macchiata sulla spalla, le borse agli occhi se possibile più profonde e vi scrivo in un sempre più raro momento di pace mattutina.
In fondo le cose importanti non sono cambiate.

Guardo con grande invidia le foto di amici e parenti in vacanza. Puglia, Sicilia, Sardegna, capitali europee. E mi riprometto: il prossimo anno anch'io! Vorrei andare in tutti i posti che vedo, mi segno nomi di località, addirittura hotel e ristoranti, non si sa mai!
Anche se qua, tutto sommato, ultimamente non stiamo così male. La dry season è adorabile, dura poco ma si fa voler bene.
Il festival in città, le gite a Berry Springs nel weekend, le passeggiate sotto casa al tramonto. Non posso certo lamentarmi.

Thursday, 30 July 2015

La vita non è degna di essere vissuta, se non è vissuta per qualcun altro. (Albert Einstein)

Calamari sotto gli occhi, maglietta da casa tutta stropicciata con evidenti macchie di rigurgito di latte, batto piano sui tasti del computer per non rompere l'incantesimo.
Questa è la nuova io.
Come avrete capito è arrivato il quarto componente della famiglia. È arrivata di giovedì mattina, come un lampo, proprio dopo il mio ultimo post in cui mi lamentavo che si faceva desiderare.

E lei subito a smentirmi!
Saranno stati i fuochi d'artificio della sera prima, o la luna nuova o l'agopuntura, ma non si è fatta pregare troppo.
E tutto d'un tratto era lì, tra le mie braccia. Ed era come se ci fosse sempre stata.

Wednesday, 1 July 2015

Da dolce ad infinita. La mia attesa down under. Parte seconda.



Ci siamo quasi.
Ora la domanda non è più quanto manca ma CHI manca.
Scrivo per ingannare il tempo ma mi rendo conto che sono diventata un po' monotona e non so quanto aiuti ad ingannare il tempo scrivere proprio di questo.
Ormai passo più ore all'ospedale a far controlli che a casa.
Per fortuna esistono i campi estivi, perché il piccolo -ancora per poco...- di casa, in vacanza da scuola per un mese, va intrattenuto.
Sono tremendamente cari ma in questi casi non possiamo badare molto alle spese.
Da parte mia mi sto impegnando in ogni modo per convincere la principessa a fare il suo debutto in società. Agopuntura, raspberry leaf tea, datteri, camminate e chi più ne ha più ne metta.
Riesco a sentire come fosse qua l'ansia proveniente dall'altro capo del globo ma sinceramente a questo punto non saprei più cosa dire. Più di dire vi chiamiamo appena succede qualcosa ... Non ho ancora la palla di cristallo, ed in ogni caso non servirebbe certo a convincere i nonni a prendere un aereo per venire fino qua.
Quindi aspettiamo, noi e gli altri.
E va bene così, che tanto si sapeva che a questa bimba piace farsi aspettare.

Da dolce ad infinita. La mia attesa down under. Parte prima.

Essendo arrivata ormai quasi al traguardo (???!!!!!!) vi racconto di come sono stati questi 9 mesi dal punto di vista della sanità a Darwin.

Nel momento in cui si scopre di essere incinta ci si deve recare dal proprio medico di base, qua chiamato GP (General Practice) per i primi esami di routine. Proprio come in italia.
Dopo di che si decide se farsi seguire pubblicamente o privatamente.
Se si sceglie la via dell'assistenza privata (perché si possiede un'adeguata assicurazione sanitaria privata) bisogna scegliere uno dei 3 o 4 medici presenti nella clinica privata e tenere conto che oltre alle spese (elevate) per le visite routinarie, vi sarà un costo aggiuntivo di circa 6-7.000 dollari per il parto (rimborsabile in base alla propria copertura).
Noi abbiamo optato per l'opzione pubblica. L'ospedale di Darwin non è certo il più all'avanguardia ne il più figo d'Australia (ovviamente come praticamente tutto ciò che si trova quassù!) ma é comunque buono, pulito e tutto sommato per un secondo parto non ho avuto alcun dubbio nel scegliere questa soluzione.

Monday, 15 June 2015

Lo chiamano Baby Shower

Sono finalmente tornata dopo un paio di mesi di assenza - giustificata (!).
Questi mesi sono stati all'insegna dell'attesa, quella per Lei, ovviamente, e quella per la dry season che quest'anno, come dire, se la tira un po'!
Dopo un inizio maggio a dir poco paradisiaco, due settimane di aria fresca e piacevoli serate in terrazzo, siamo ripiombati nel caldo afoso e solo ora si ricomincia stare un po' meglio, anche se ancora tra una pioggerellina a e l'altra. Insomma, se mentre in Italia non esistono più le mezze stagioni, a Darwin quest'anno si è fatta viva un'insolita wet-dry di cui avremmo volentieri fatto a meno!

In questi mesi siamo stati anche a Bali, per una toccata e fuga di un weekend. Avrei voluto parlarvene di più ma in tutta onestà non ho visto poi così tanto da poter essermi fatta un'opinione. Il tempo è stato un po' inclemente (ormai comincio a pensare che siamo proprio noi a portar il brutto tempo!) ma per fortuna eravamo in ottima compagnia, e tre giorni sono volati.

Ma l'evento di cui voglio parlarvi oggi è il mio Baby Shower!
Usanza tipicamente americana, esportata ormai ovunque, il baby Shower è una festa, più o meno sfarzosa, generalmente di sole donne, dedicata alla futura mamma e al bambino che deve nascere.
C'è chi se la organizza da sè, chi ha le amiche che pensano a tutto e quelle che addirittura si godono la sorpresa.
"Shower" perché è letteralmente una "doccia" di regali per la futura mamma e il bambino.
Di solito gli elementi essenziali, quindi oltre ai regali, sono la torta fatta di pannolini, i giochi di gruppo e le decorazioni a tema.
Io non me la sono sentita di organizzarne una per via del fatto che si tratta del secondo figlio, ma quando la mia amica australiana Kate mi ha detto "pensavo di organizzarti un Baby Shower" mi ha fatto un gran piacere, soprattutto (regalini a parte) per il fatto di condividere una loro tradizione.
Nel mio caso si è occupata di tutto Kate. Abbiamo deciso assieme solo la data e le invitate. Non volendo invadere casa di nessuna delle nostre amiche, si è optato per un pranzo molto informale in un bar/ristorante carino e tranquillo.
Mi sono solo raccomandata che fosse all'insegna della sobrietà e semplicità, regali compresi.
Il risultato è stato molto piacevole ed apprezzato. Niente torta di pannolini, né giochi di gruppo ma palloncini e pom pom rosa, e una torta vera e propria stracolma di panna bianca e rosa di cui mi sono letteralmente strafogata!

Fa un po' strano essere attorniata da cose rosa. Non sono mai stata una grande amante del colore femminile per eccellenza, ma dopo oltre 6 anni di colori maschili in giro per casa... Mi godo un po' di "aria confettosa".
Purtroppo sono temporaneamente sprovvista di strumenti tecnologici adeguati per pubblicare qualche foto, accontentatevi del mio racconto.
Alla prossima, spero presto!

Sunday, 12 April 2015

Diciotto mesi



Sono come i denti che cadono... sono pochi ma sembrano tanti. Almeno a me.
Sono i mesi da quando siamo arrivati a Darwin.
E nonostante tutto l’impegno del mondo questo tempo non vola. Ho imparato a trarre il meglio di questa esperienza (ve lo raccontavo in questo post), ho imparato a relativizzare tutto (altro post) e a far pace con il tempo (altro post), ma non ho ancora imparato a fare quel giochino per cui dovrei riuscire a vedermi qua tra 10 anni: io, a Darwin, a quarantacinque anni… no, quello proprio no!
Sarà perché noi “expat per lavoro” non scegliamo dove vivere, e sarà che questo posto è veramente molto diverso dai miei canoni di “vita appagante”, ma vivo ancora in stand-by, in attesa di conoscere la prossima meta.