Thursday 9 October 2014

Due etti di… anzi no scusi, 10 fette grazie.



Prendete la lista della spesa, oggi vi porto al supermercato.
Per prima cosa devo fare una precisazione, a Darwin (e credo in tutta Australia) esistono due catene di supermercati, Coles e Woolworths, tutto il resto è fatto da piccoli rivenditori di quartiere.
Quando arrivi al supermercato e devi parcheggiare la macchina puoi scegliere tra il parcheggio coperto/sotterraneo e quello all’aperto. E dato che a Darwin la temperatura media è di 30/35°C tutto l’anno, il sole batte a tutte le ore del giorno e quando non c’è vuol dire che piove… sai già dove parcheggerai.
Dopo aver parcheggiato, senza grossi problemi di code o ingorghi, e ti appresti a prendere un carrello ti accorgerai che non ci vuole la monetina. Sono piuttosto mal ridotti, con le ruote che vanno dove vogliono, ma non devi impazzire a chiedere in giro di cambiarti i soldi. Ti accorgerai anche che nessuno li rimette al loro posto, ne troverai ovunque.
Entri in quel posto che sembra più una camera iperbarica piuttosto che un luogo pubblico, allora se sei stato previdente abbracci subito la maglia o la sciarpa che tieni in borsa, tiri un respiro profondo e ti immergi a meno 10 gradi.
Nel mio Woolworths preferito, quello in centro, all’entrata c’è anche un dispenser di salviettine igienizzanti per pulirsi le mani e il carrello.
 
Il reparto frutta e verdura è senz’altro quello più doloroso, nel senso che quando guardi i prezzi e li confronti con il colore e la qualità della merce, ti viene un colpo al cuore. Sarà per quello che lo mettono subito all’entrata, così poi quando esci che te ne sei già dimenticato.
Come dicevo in questo post, a Darwin, fatta eccezione per il mango, non esistono praticamente prodotti da agricoltura locale,  il kilometro zero è ormai un lontano ricordo.
Tutto proviene da chissà dove, e la qualità e il prezzo ne risentono notevolmente.

 
 
 
Le fragole non sanno di fragole, le ciliegie possono arrivare a costare anche più di 20$ al kg, per non parlare delle pesche che dicono siano tanto buone al sud ma quelle che arrivano qua sanno di legno. I frutti tropicali sono quelli che danno più soddisfazione: mango (autoctono ma disponibile per un brevissimo periodo all’anno) ottimo, papaya (che qua chiamano paw paw), banane, ananas e una miriade di altre qualità di frutti dolci e succosi.
Tra la verdura puoi trovare di tutto e niente, va un po’ a fortuna, sia per la qualità che per la varietà dei prodotti. Io che sono un’amante delle zucchine a volte mi devo arrendere perché quelle che ci sono sono veramente inguardabili oppure a volte proprio non ci sono. Per non parlare dei pomodori, ci siamo dimenticati ormai il sapore vero del pomodoro!

Allora passi al reparto panificati … e lasciamo stare, finisci che ti compri la macchina del pane come abbiamo fatto noi.

Al reparto gastronomia rimani scioccato. I commessi non indossano guanti ma ogni volta che devono servire un cliente agguantano letteralmente un sacchetto di plastica, ci infilano la mano dentro e vanno ad afferrare quanto richiesto. Sì, perché qua gli affettati sono già tagliati, non li affettano al momento. Così una volta preso il numero richiesto di fette rigirano il sacchetto su se stesso e lo chiudono. Geniale direi!
Qua ti ritroverai davanti innumerevoli tipi e qualità di prosciutto cotto, qualche salame tipo ungherese o piccante, e una miriade di salse e salsine. Il prosciutto crudo è una rarità, ma si trova, di produzione australiana, molto salato, e te lo tagliano addirittura al momento.



I formaggi non mancano, specialmente quelli greci, ma è veramente difficile trovare una mozzarella che non sia gialla.
Le uova sono una cosa di cui gli australiani non potrebbero fare a meno, i pacchi sono da 12 e se sei fortunato puoi trovare anche qualcosa da 6. Se poi hai un braccio ingessato e non riesci a romperle da solo ci sono i brick con le uova già sbattute, puoi anche scegliere se vuoi fare una frittata, un’omelette, con il formaggio o gli spinaci. Una delizia immagino!


Le confezioni di latte fresco sono da almeno 2 litri, che se vivi da solo ti conviene rinunciare alla colazione coi cereali. Non esiste il mezzo litro.
Il burro è un’altra cosa che non può mancare nel frigo australiano, in scatole di plastica da almeno 500 g e tassativamente salato. Se lo vuoi non salato devi cercare la scritta “unsalted”.
Il reparto carne è però quello in cui gli australiani danno il meglio di sé. Carne di tutti i tipi, principalmente per il barbecue, già condita o meno, con o senza salsine di ogni genere. Poca carne bianca, ma in compenso puoi perdere giorni a scegliere quella rossa.
 
Le corsie sono organizzate abbastanza bene, e certi cibi si possono trovare anche in più reparti. Dopo un anno faccio però ancora fatica a trovare l’aceto, che non è assieme all’olio ma vicino a ketchup e salse varie.
Il sale grosso praticamente non esiste, per cucinare usano un sale che chiamano “a fiocchi”.


 
 
 

Prosegui attraverso corsie infinite dedicate a scatolette e cibi pronti, confezioni di pietanze tipiche di ogni parte del mondo rigorosamente a lunga conservazione.
Se non stai attento puoi imbatterti nella corsia dei dolciumi, e allora lì è un problema uscirne. Confezioni di caramelle gommose da poter riempire un campo da calcio, barrette di cioccolato di tutti i gusti e formati, chewing-gum, e dolcetti di ogni genere per la felicità di tutti i dentisti.



Se riesci ad uscirne indenne finisci nel reparto surgelati. E anche qui ti si apre un mondo. Ebbene riescono a congelare tutto ciò che mettono in scatoletta, e oltre. Lo so che non dovrei, ma un giorno prima o poi assaggerò le lasagne alla bolognese, devono essere squisite!
E così finisci nel reparto salute e ti ritrovi tutt’a un tratto circondato da medicine e vitamine da far girar la testa. Agli australiane piace molto buttar giù tablets (che non sono, attenzione, quelli con cui vai in internet toccando lo schermo!) e polverine magiche per guarire ogni più piccolo disturbo. Al supermercato se ne trova solo una piccola parte, per perdersi in corsie e corsie di vitamine e integratori vari bisogna andare nelle vere e proprie chemist.

 
Infine il reparto pulizia della casa non è niente di che, non ho trovato l’amore per l’eccesso che c’è in altri settori. Credo che, almeno in questo, noi italiani avremmo di che insegnare agli australiani.

Così ti affretti a raggiungere una cassa, studi perfettamente la situazione code e con sangue freddo decidi quale sarà quella che ti permetterà di uscire il prima possibile. Ma in tutto questo non hai fatto i conti con chi sta al di là del nastro trasportatore. Scoprirai presto che il/la cassiere/a non ha nessuna fretta e, anzi, valuterà prodotto per prodotto con molta calma e attenzione. Nell’attesa ti conforterà scoprire che quella stessa persona si occuperà di riempire i tuoi sacchetti, sempre con molta calma ovviamente!

Dopo qualche manciata di minuti prendi il tuo carrello e ti avvicini all’uscita. Non dimenticare di togliere la sciarpa o la maglia, al di là della porta automatica ci sono i tropici, quelli veri!

6 comments:

  1. Qui la frutta è buonissima ed anche la verdura è in generale buona. Tutto tranne i pomodori. ..chissà perché! Prendo solo quelli piccoli che sono un pochino più saporiti. Un giorno però ho trovato dei ciliegini buonissimi e c'era scritto che erano australiani, ma magari non della zona dove vivi tu! Io in Australia mi sono abbuffata di zenzero candito zuccherato!

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    1. Zenzero candito? Mai sentito, mi informerò! Per i pomodorini è certo che non venivano da Darwin ;)

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  2. Ho fatto delle riflessioni molto simili alle tue.
    Per fortuna sono vegetariana ma proprio non capisco quel voler vendere il salame a fette... perde tutta la sua pregiatezza.

    Abbiamo fatto le stesse foto, sai?
    Integratori, cavolfiore viola... :)

    Ma soprattutto sono contenta di sapere che anche per te il pomodoro non e' piu' un pomodoro.
    SPeravo di essere stata fortunata e invece... davvero la verdura non sa di molto.

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    1. È proprio vero che se c'è una cosa che agli italiani non bisogna toccare è proprio il cibo (dopo la mamma ovviamente!) :)

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  3. Io posso dire che negli Stati Uniti la situazione è esattamente la stessa: salse salsine di ogni genere, dolci docetti per corsie intere, chilometri di surgelati (dove ti surgeli anche tu se non fai in fretta), salumi già tagliati in bella esposizione nel banco salumi (ma che non ho ancora avuto il coraggio di provare), l'aceto balsamico nascosto in fianco alla maionese, l'olio d'oliva invece rigorosamente in fianco alla pasta (mah, forse connettono gli alimenti per nazionalità, chissà...). L'unica cosa un po' diversa è il reparto verdura, ma credo sia solo perchè qui in Wisconsin sono tutti molto salutisti e naturalisti, quindi oltre ad avere l'orticello dietro casa (praticamente tutti e guardate un po', coltivano tutti... pomodori!!), ci tengono molto al farmer market del sabato mattina dove compri ogni genere di ortaggio degli agricoltori limitrofi. Anche al supermercato la verdura è bella e abbastanza buona per fortuna. Per il resto taniche di latte, dozzine di uova (cercando tanto sono riuscita a trovare una confezione da 6!), integratori ecc ecc ecc... sembra davvero che tu abbia descritto un supermercato americano :)

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    1. Allora... Sarà che siamo noi italiani quelli strani? ;)

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