Thursday 18 December 2014

Giro di boa



Il mese di dicembre, quest’anno, è ancor più ricco del solito.
Per me, in particolare, significa la fine di un anno, il 2014, intenso e vissuto molto profondamente.
Abbiamo iniziato con le feste di fine anno scolastico, un susseguirsi di festeggiamenti e saluti vari. Il nostro piccolo uomo ha concluso il primo anno di scuola australiana e il prossimo anno, a fine gennaio, inizierà la prima elementare (che qua chiamano “Year One”). Direi che l’ha concluso più che egregiamente, meritandosi le lodi della sua insegnante e di chi l’ha seguito durante questi mesi, da quando non conosceva praticamente niente della lingua inglese e della cultura australiana.
Tra i vari appuntamenti sono stata invitata assieme ad altre mamme ad un “morning tea” come ringraziamento da parte della scuola per l’aiuto prestato durante quest’anno. Un’occasione per ritrovarsi e sottolineare quanto sia prezioso ogni minuto dedicato ai bambini e ai loro insegnanti, in una scuola che purtroppo non riesce ad avere tutti i fondi che servirebbero.
Magari non proprio come succede in Italia, ma mi sono resa conto che anche down under non tutto è oro quel che luccica.
Abbiamo partecipato anche alla “Christmas fair”, una serata organizzata da tutta la scuola per festeggiare assieme il Natale e raccogliere fondi per l’anno prossimo. Bancarelle di ogni genere, dalla vendita di succo d’anguria all’angolo per farsi dipingere le unghie. E ovviamente non potevano mancare hot dog, salsa barbecue, ed infine i tipici “Christmas carols”, i cori di Natale cantati dai bambini. Il tutto condito con caldo e afa, goccioline di sudore a profusione e tanti ventagli sventolanti.
In casa abbiamo allestito l’albero di Natale ai primi giorni del mese, grande e luccicante, con decorazioni rigorosamente home-made … in qualche modo bisogna pur occupare il tempo con il caldo che fa fuori! Ma del Natale vi parlerò in un altro post, quest’anno merita più attenzione.
E ora siamo pronti per partire. Noi tre, finalmente riuniti dopo un periodo di lavoro molto intenso per l'uomo grande di casa.
Affidiamo gli ultimi giorni di questo 2014 alle vacanze, confidando che siano rilassanti, piacevoli e soprattutto che scorrano lente lente, anzi, che non passino mai!

Monday 8 December 2014

Fenomenologia del vicino di casa



Pensavo ultimamente a quanto siano diversi i nostri vicini di casa, qua a Darwin, rispetto a tutti quelli che ho incontrato nei miei svariati domicili in Italia.
Il complesso abitativo in cui viviamo, detto complex, consta di una quarantina di appartamenti, suddivisi in piccole palazzine da quattro appartamenti ciascuno, una piscina comune e i parcheggi sotterranei.
È piuttosto grande e parrebbe che le occasioni di incontrare qualcuno non siano cosi poche ma dopo un anno da quando ci siamo trasferiti posso contare su una mano le persone o famiglie che mi risultano familiari.
La gente va e viene, come vi ho raccontato spesso, ma soprattutto ha una diversa concezione del “vicinato”.
L’età media dei nostri vicini è tra i 25 e i 30 anni, la maggior parte lavora in qualche cantiere o sono militari. Durante la settimana non si vede nessuno e se per sbaglio ci si incrocia non amano salutare. Li ho osservati e quando camminano non parlano nemmeno tra di loro. Tutto tace, quindi, fino al venerdì pomeriggio, quando gli zombie si risvegliano e invitano amici a bersi una (si fa per dire…) birra a bordo piscina o in terrazzo. E continua così per tutto il weekend.
Devo ammettere che non sono molto rumorosi, a parte un paio di episodi durante quest’anno, preferiscono andare a far festa altrove. Ma amano molto lasciare bottiglie di birra un po’ dappertutto, e lo stesso vale per le infradito, sparse in giro per la strada. Che tanto qua si cammina benissimo anche scalzi!
Alcuni possiedono un genere di auto che va molto di moda a Darwin, le chiamano “ute” e assomigliano a dei furgoncini, delle station wagon a due posti con la parte posteriore aperta (non si sa mai capiti di caricare un bisonte), rigorosamente dal colore sgargiante e con marmitta il più rumorosa possibile.
In confronto le punto truccate della bassa romagna non sono niente.
Un’altra cosa che amano fare è portare a spasso il gatto al guinzaglio. No comment.

Probabilmente è la zona in cui viviamo, o il complex, ma calcolando l’età media della città tendo a credere che sia più meno così ovunque. In genere gli appartamenti sono per i single o per la gente di passaggio, le famiglie locali vivono nelle case singole, con il proprio giardino e la propria piscina.
Per fortuna abbiamo trovato una famiglia per metà italiana con cui riusciamo a condividere la nostra concezione di “vicinato”, qualcuno a cui poter chiedere il sale quando l'hai finito. A volte basta poco per sentirsi più “a casa”.