Pensavo ultimamente a quanto siano diversi i nostri vicini
di casa, qua a Darwin, rispetto a tutti quelli che ho incontrato nei miei
svariati domicili in Italia.
Il complesso abitativo in cui viviamo, detto complex, consta di una quarantina di
appartamenti, suddivisi in piccole palazzine da quattro appartamenti ciascuno,
una piscina comune e i parcheggi sotterranei.È piuttosto grande e parrebbe che le occasioni di incontrare qualcuno non siano cosi poche ma dopo un anno da quando ci siamo trasferiti posso contare su una mano le persone o famiglie che mi risultano familiari.
La gente va e viene, come vi ho raccontato spesso, ma soprattutto ha una diversa concezione del “vicinato”.
L’età media dei nostri vicini è tra i 25 e i 30 anni, la maggior parte lavora in qualche cantiere o sono militari. Durante la settimana non si vede nessuno e se per sbaglio ci si incrocia non amano salutare. Li ho osservati e quando camminano non parlano nemmeno tra di loro. Tutto tace, quindi, fino al venerdì pomeriggio, quando gli zombie si risvegliano e invitano amici a bersi una (si fa per dire…) birra a bordo piscina o in terrazzo. E continua così per tutto il weekend.
Devo ammettere che non sono molto rumorosi, a parte un paio
di episodi durante quest’anno, preferiscono andare a far festa altrove. Ma amano
molto lasciare bottiglie di birra un po’ dappertutto, e lo stesso vale per le
infradito, sparse in giro per la strada. Che tanto qua si cammina benissimo
anche scalzi!
Alcuni possiedono un genere di auto che va molto di moda a
Darwin, le chiamano “ute” e assomigliano a dei furgoncini, delle station wagon a
due posti con la parte posteriore aperta (non si sa mai capiti di caricare un bisonte),
rigorosamente dal colore sgargiante e con marmitta il più rumorosa possibile.
In confronto le punto truccate della bassa romagna non sono
niente.
Un’altra cosa che amano fare è portare a spasso il gatto al
guinzaglio. No comment.
Probabilmente è la zona in cui viviamo, o il complex, ma calcolando l’età media della
città tendo a credere che sia più meno così ovunque. In genere gli appartamenti
sono per i single o per la gente di passaggio, le famiglie locali vivono nelle
case singole, con il proprio giardino e la propria piscina.
Per fortuna abbiamo trovato una famiglia per metà italiana
con cui riusciamo a condividere la nostra concezione di “vicinato”, qualcuno a cui poter chiedere il sale quando l'hai finito. A volte
basta poco per sentirsi più “a casa”.
anche io in 3 anni e mezzo che vivo in Australia, e con 4 cambi di casa, non sono mai riuscita a conoscere veramente i miei vicini. se ci si incontra per le scale ci si scambia un saluto, ma finisce li. che tristezza!
ReplyDeleteEh sì, questa è una grande differenza tra le nostre culture.
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