Ad essere onesti, non avendo dovuto sostenere
alcun test prima di entrare in Australia (siamo entrati tramite uno i quelli
che chiamano “Sponsor Visa”), non mi sono mai preoccupata molto di come fosse
messo il mio inglese. Certo è una lingua che studio e parlo praticamente da
sempre, e quando in passato ho soggiornato all’estero per qualche mese ricordo di
non aver avuto alcun problema, in poche settimane era già fluente e disinvolto.
Avevo 20 anni. Lavoravo. Ed ero da sola. (!)
Ora è diverso. Devo ammettere che dopo 6 mesi a Darwin sento
che c’è ancora molto da fare perché mi senta veramente “a mio agio” con la
lingua. L’accento di qua è molto marcato e per una che è sempre stata
affezionata al canonico “british english” mi c’è voluto un po’ per abituarmi
all’australiano. Non lavorando non sono costretta a parlarlo tutto il giorno e
a casa le poche ore che trascorriamo assieme preferiamo viverle a modo nostro,
all’italiana.
Ma mi sono ripromessa di guardare più tv e
prima o poi inizierò quel libro in inglese comprato a Perth a Natale.
La piccola spugna di casa invece è arrivato
che dell’inglese conosceva cat-dog-fish-angry birds e nient’altro, e ora dopo
solo tre mesi di scuola conosce l’alfabeto in inglese, pian piano inizia a
scrivere e a leggere, e soprattutto comunica senza problemi con i suoi
coetanei.
Ha iniziato tonando a casa con esclamazioni
del tipo “Cool!” oppure “Oh my god!” e ora vuole leggere tutto quello che trova
in giro.
Mi stupisco di quanto sia ogni giorno più ampio il suo vocabolario, e sentirlo
chiacchierare con nonchalance è
impressionante!